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Conosci già la storia del grande Anthony De Mello dell’aquila che si credeva un pollo? Quest’aquila per motivi che non sto a dirti era finita in un pollaio quando era ancora un uovo ed era stata covata e allevata da una chioccia, crescendo in mezzo ad altri pulcini. Diventata adulta rimaneva affascinata dal volo degli uccelli del cielo ma i suoi fratellastri e la sua mamma gli ripetevano che loro non erano fatti per volare ma per stare a terra. Attorno a sé aveva solo esempi depotenzianti, non conosceva nessun pennuto che una volta adulto avesse spiccato il volo. E così, pur essendo un’aquila, visse da pollo per il resto dei suoi giorni.
Anche noi siamo spesso circondati da persone che non hanno mai perseguito i loro sogni o che, provando una o due volte a lanciarsi, sono precipitati facendosi male senza più provarci. Questi esempi negativi di rassegnazione non ci aiutano e ci spingono a non nutrire i nostri sogni, accontentandoci della realtà che altri hanno scelto per noi. Molti genitori in primis. Lo fanno per proteggerci, sia inteso, per non esporci al rischio di farci del male, ma ignorano che abbiamo grandi ali, che noi tutti siamo fatti per volare e che se solo imparassimo dall’esperienza, dai fallimenti passati, impareremmo a librarci nel cielo.
Da piccoli lo sapevamo fare ed eravamo tanto determinati da imparare anche a fare una cosa difficilissima come camminare, caduta dopo caduta, senza mai rassegnarci a gattonare per il resto dei nostri giorni. Se stiamo su due piedi è perché abbiamo avuto la determinazione, la giusta ostinazione nel credere nelle nostre potenzialità.
In altre parole, questi esempi negativi ci spingono a farci dei film sbagliati, depotenzianti, in cui il protagonista rinuncia ai propri sogni e si rassegna a vivere i sogni di altri, la vita di altri. Il problema è che quel protagonista siamo noi, perché, oltre che essere i registi e sceneggiatori, siamo anche gli attori principali del film!